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05/12/2013

Pillole d'Italiano



IL MINISTRO DONNA - La Crusca ha ufficialmente indicato come espressione corretta “il ministro” che sia riferito a donna o uomo. In questo discorso prevale la tendenza alla conservazione: infatti, come nell’antichità, l’uso del genere maschile esteso al femminile vale quando ci si riferisce a proprietà condivise da tutto il genere umano. Aboliti gli incroci tra articolo femminile e sostantivo coniugato al maschile tipo “la ministro”, “la presidente”.  
LO ZUCCHERO E IL ZUCCHERO - La notizia choc è che accanto al normale e corretto modo di dire “lo zucchero”, si può utilizzare anche “il zucchero”. Stesso vale per i termini inizianti per “z”, come “lo/il zaino”. Anche la regola di evitare tassativamente di iniziare un periodo o una frase con il gerundio è stata bocciata dalla secolare Accademia. Quindi possiamo dire “camminando, sono arrivato”, “leggendo, ho memorizzato” ecc.  
SCRIVERE COME GLI APOSTOLI E DANTE - L’Accademia della Crusca ha inoltre sfatato alcune abitudini linguistiche e stilistiche diffuse tra giornalisti come quella di incominciare i titoli con la congiunzione “e”, senza che la frase sia effettivamente preceduta da un antefatto. Una prassi ereditata direttamente dagli Apostoli che tuttavia qualche ragione per utilizzare così frequentemente quella congiunzione ce l’avevano. Infatti i Vangeli rappresentano non altro che “collane di episodi della vita di Gesù”, e prevedono pertanto uno svolgimento senza soluzione di continuità. Mentre ad un tal signore che pretendeva di sostituire l’espressione “tutti e quindici” con “tutti i quindici”, l’esperto risponde che si tratta di un cavillo inutile e insensato, essendo la prima utilizzata da uno dei padri della lingua italiana come Dante. Infine tra i verdetti dell’Accademia, l’approvazione a certi neologismi o termini dialettali quale “inciucio”, o “grande Mela” come epiteto per New York.  
(ringrazio l'Accademia della Crusca)

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