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17/12/2013

Gli anglosassoni cominciano a capire di avere un problema: sono monolingui!








 Nel mondo globalizzato e iperconnesso, a far sì che le persone non imparino lingue diverse da quella natale sono due fatti diametralmente opposti: da una parte c’è la marginalità dei villaggi rurali e dall’altra, più incisiva, la centralità delle nazioni anglosassoni con il loro diffuso atteggiamento quasi sgarbato nei confronti delle lingue straniere.
Questo atteggiamento però è in netta diminuizione. Perchè?
L’Economist difende il blinguismo ed afferma che le persone che parlano due o più lingue sono più flessibili perché possono applicare strategie diverse di pensiero. I bimbi esposti dalla nascita a più lingue fanno qualche confusione all’inizio, ma già verso i quattro anni sanno cavarsela perfettamente. Il rischio che abbiano un vocabolario ridotto è limitato al periodo infantile, mentre i vantaggi sono rilevanti, dimostrati, e durano per tutta la vita: i bambini bilingui sono più precoci nel prendere decisioni e nel portare a termine compiti complessi.
Il bilinguismo concede anche maggiore creatività, capacità di concentrazione, fiducia in se stessi, attitudine a capire gli altri e a prendere buone decisioni in tempi brevi e con sforzo minore.
Sembra anche – secondo svariate ricerche - che sapere due lingue allontani di quasi cinque anni il rischio di Alzheimer indipendentemente da ogni altra variabile (istruzione, sesso, occupazione). Inoltre le persone bilingui hanno una gamma comportamentale più ampia e possono, cambiando lingua, arrivare perfino a cambiare personalità.
Si diventa più brillanti e più abili nel multitasking; la memoria e la percezione migliorano così come la sensibilità linguistica e la capacità di decidere razionalmente.
Però attenzione! Qui si parla di dominare due lingue e non di mescolare caoticamente in un discorso, parole straniere a casaccio, e spesso a sproposito.
(Grazie a Anna Maria Testa e Internazionale).
 





11/12/2013

10/12/2013

L'Italia e l'uso del contante.

Gli italiani fanno fatica a dire addio al contante per convertirsi a mezzi di pagamento alternativi e più moderni. Lo confermano i numeri: tra i grandi partner europei siamo infatti di gran lunga in fondo alla classifica in termini di operazioni di pagamento effettuate tramite bonifici, addebiti, carte di credito o assegni.
Secondo uno studio condotto dalla Banca d’Italia in vista dell’entrata in vigore dell’area unica di pagamenti europei (la Sepa), nonostante le molte misure adottate negli ultimi anni per scoraggiare l’uso del contante e contrastare l’evasione, in Italia i portafogli continuano ad essere pieni di biglietti e monete. Quattro su 5, l’83%, delle transazioni pro capite effettuate in Italia lo scorso anno sono state eseguite in contanti, a fronte di una media europea del 65%. E allo stesso tempo in Italia il numero delle operazioni pro capite annue effettuate con strumenti di pagamento diversi dal contante sono solo 71 contro le 187 della media europea e le 194 di quella dell’area euro. Sotto questo aspetto, l’Italia si stacca nettamente dagli altri grandi partner europei che tra bonifici, addebiti, operazioni con carte di pagamento e assegni, effettuano un numero di transazioni con strumenti di pagamento diversi dal contante ben superiore ogni anno.
In cima alla lista ci sono i Paesi Bassi (349 operazioni pro capite), seguiti dal Regno Unito (292), dalla Francia (276) e dalla Germania (222). Ma a superarci è anche la Spagna, con 125 operazioni all’anno contro le nostre 71. In Italia, inoltre, fra gli strumenti di pagamento alternativi al contante vengono utilizzati in prevalenza quelli più costosi, come gli assegni e altri strumenti esclusi dalla Sepa. E sebbene nel nostro Paese ci sia una discreta diffusione delle transizioni con carte, pari al 40% circa del totale, bonifico e addebito diretto in conto corrente sono utilizzati solo nel 15-17% dei casi, contro un 30% di media in Unione Europea.
La Banca d’Italia rileva del resto che se la realizzazione della Sepa, grazie all’ammodernamento del sistema dei pagamenti, allineasse l’Italia al dato medio europeo sull’utilizzo di strumenti alternativi al contante, il mercato italiano s’incrementerebbe di circa 4 miliardi di transazioni elettroniche l’anno. Il che potrebbe anche ridurre i costi dei servizi di pagamento per la collettività.

06/12/2013

Nelson Mandela R.I.P.



"Los verdaderos líderes deben estar dispuestos a sacrificarlo todo por la libertad de su pueblo".
"Puedo descansar por un momento, ya que con la libertad vienen las responsabilidades, y no me atrevo a quedarme, porque mi larga caminata aún no ha terminado".
"Para ser libres no solo debemos deshacernos de las cadenas, sino vivir de una manera que respete y potencie la libertad de los demás".
"Me gustan los amigos que tienen pensamientos independientes, porque suelen hacerte ver los problemas desde todos los ángulos".
"La ley me hizo un criminal, no por lo que había hecho, sino por lo que me quedé a causa de lo que yo pensaba, porque era mi conciencia".
"La bondad del hombre es una llama que se puede ocultar, pero no extinguir".
"Mucha gente en este país ha pagado un precio antes de mí, y muchos pagarán el precio después de mí".
"Nunca pienso en el tiempo que he perdido. Solo desarrollo un programa que ya está ahí. Que está trazado para mí".
"Yo no tenía una creencia específica, excepto que nuestra causa era justa, era muy fuerte y que estaba ganando cada vez más y más apoyo".
"Si usted quiere hacer las paces con su enemigo, tiene que trabajar con su enemigo. Entonces se convierte en su compañero".



05/12/2013

Pillole d'Italiano



IL MINISTRO DONNA - La Crusca ha ufficialmente indicato come espressione corretta “il ministro” che sia riferito a donna o uomo. In questo discorso prevale la tendenza alla conservazione: infatti, come nell’antichità, l’uso del genere maschile esteso al femminile vale quando ci si riferisce a proprietà condivise da tutto il genere umano. Aboliti gli incroci tra articolo femminile e sostantivo coniugato al maschile tipo “la ministro”, “la presidente”.  
LO ZUCCHERO E IL ZUCCHERO - La notizia choc è che accanto al normale e corretto modo di dire “lo zucchero”, si può utilizzare anche “il zucchero”. Stesso vale per i termini inizianti per “z”, come “lo/il zaino”. Anche la regola di evitare tassativamente di iniziare un periodo o una frase con il gerundio è stata bocciata dalla secolare Accademia. Quindi possiamo dire “camminando, sono arrivato”, “leggendo, ho memorizzato” ecc.  
SCRIVERE COME GLI APOSTOLI E DANTE - L’Accademia della Crusca ha inoltre sfatato alcune abitudini linguistiche e stilistiche diffuse tra giornalisti come quella di incominciare i titoli con la congiunzione “e”, senza che la frase sia effettivamente preceduta da un antefatto. Una prassi ereditata direttamente dagli Apostoli che tuttavia qualche ragione per utilizzare così frequentemente quella congiunzione ce l’avevano. Infatti i Vangeli rappresentano non altro che “collane di episodi della vita di Gesù”, e prevedono pertanto uno svolgimento senza soluzione di continuità. Mentre ad un tal signore che pretendeva di sostituire l’espressione “tutti e quindici” con “tutti i quindici”, l’esperto risponde che si tratta di un cavillo inutile e insensato, essendo la prima utilizzata da uno dei padri della lingua italiana come Dante. Infine tra i verdetti dell’Accademia, l’approvazione a certi neologismi o termini dialettali quale “inciucio”, o “grande Mela” come epiteto per New York.  
(ringrazio l'Accademia della Crusca)
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