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23/01/2014

Imparare le Lingue? Che paura!







  • Non abbiate paura di sbagliare: sbaglia solo chi ci prova!
  • Non abbiate paura di mettervi in gioco: Imparare nuove lingue aiuta a scavalcare quei confini che ci sono stati disegnati attorno sin dall’infanzia!
  • Non vergognatevi: sbagliando si impara! Vergognatevi di essere razzisti o classisti! Ma non d’imparare!
  • Pensate che chi vi sta ascoltando stia apprezzando il vostro sforzo: il rispetto per la lingua del paese ove si abita è alla base dell’integrazione!
  • La lingua è sempre una chiave che apre una porta: apre la porta di una cultura, apre la porta di un paese, apre la porta di una persona. All’inizio non è facile per nessuno comunicare poi man mano s’imparano parole, modi di dire, verbi e tutto diventa più facile!
  • Studiate le lingue, viaggiate, godetevi il mondo, perché la vera ricchezza è il fatto di poter comunicare con chiunque e riuscire sempre ad imparare qualcosa di nuovo: non vi adagiate sulla vostra lingua madre, il mondo parla tante lingue! Fate corsi, leggete, guardate video, leggetevi i testi delle canzoni. Da giovani è molto più facile imparare, col tempo il cervello si “atrofizza”; approfittatene finché siete freschi! Non che dopo non si possano imparare, ma il processo è più lento! E poi cosa c’è di più bello che imparare cose nuove? Non smettiate mai di essere curiosi! Non smettiate mai di stupirvi di quello che non conoscete! Non smettiate  mai di imparare!
Grazie a Simona Luddeni

19/01/2014

Vuoi essere felice? Sacrifica queste 15 cose!




1.  Lascia andare il bisogno di avere sempre ragione.
 2. Lascia andare il bisogno di avere tutto sotto controllo.
 3. Lascia andare il bisogno di trovare un colpevole.
4. Lascia andare quelle controproducenti chiacchiere mentali.
5. Lascia andare le tue credenze limitanti.
6. Smettila di lamentarti.
 7. Lascia andare il lusso di criticare.
8. Lascia andare il bisogno di impressionare gli altri.
9. Lascia andare la tua resistenza al cambiamento.
10. Lascia andare le etichette.
11. Abbandona le tue paure.
12. Lascia andare le scuse. 
13. Lascia andare il passato. 
14.  Lascia andare l’attaccamento.
15. Smettila di vivere una vita all’altezza delle aspettative degli altri.
 Vivila! Possiedila!
E specialmente non lasciare che altrui opinioni ti distraggano dal tuo percorso!

16/01/2014

"Caro nipote, studia a memoria". Una riflessione sulla tecnologia: Internet non può sostituirsi alla conoscenza né il computer al nostro cervello.



 Caro nipotino mio,

Vorrei soffermarmi su una sola raccomandazione, che sarai in grado di mettere in pratica anche ora, mentre navighi sul tuo iPad, né commetterò l’errore di sconsigliartelo, non tanto perché sembrerei un nonno barbogio ma perché lo faccio anch’io. Al massimo posso raccomandarti, se per caso capiti sulle centinaia di siti porno che mostrano il rapporto tra due esseri umani, o tra un essere umano e un animale, in mille modi, cerca di non credere che il sesso sia quello, tra l’altro abbastanza monotono, perché si tratta di una messa in scena per costringerti a non uscire di casa e guardare le vere ragazze. Guarda le ragazze, a scuola o dove vai a giocare, perché sono meglio quelle vere che quelle televisive e un giorno ti daranno soddisfazioni maggiori di quelle on line. Credi a chi ha più esperienza di te (e se avessi guardato solo il sesso al computer tuo padre non sarebbe mai nato, e tu chissà dove saresti, anzi non saresti per nulla). Ma non è di questo che volevo parlarti, bensì di una malattia che ha colpito la tua generazione e persino quella dei ragazzi più grandi di te, che magari vanno già all’università: la perdita della memoria.
È vero che se ti viene il desiderio di sapere chi fosse Carlo Magno o dove stia Kuala Lumpur non hai che da premere qualche tasto e Internet te lo dice subito. Fallo quando serve, ma dopo che lo hai fatto cerca di ricordare quanto ti è stato detto per non essere obbligato a cercarlo una seconda volta se per caso te ne venisse il bisogno impellente, magari per una ricerca a scuola. Il rischio è che, siccome pensi che il tuo computer te lo possa dire a ogni istante, tu perda il gusto di mettertelo in testa. Sarebbe un poco come se, avendo imparato che per andare da via Tale a via Talaltra, ci sono l’autobus o il metro che ti permettono di spostarti senza fatica (il che è comodissimo e fallo pure ogni volta che hai fretta) tu pensi che così non hai più bisogno di camminare. Ma se non cammini abbastanza diventi poi “diversamente abile”, come si dice oggi per indicare chi è costretto a muoversi in carrozzella. Va bene, lo so che fai dello sport e quindi sai muovere il tuo corpo, ma torniamo al tuo cervello.
La memoria è un muscolo come quelli delle gambe, se non lo eserciti si avvizzisce e tu diventi (dal punto di vista mentale) diversamente abile e cioè (parliamoci chiaro) un idiota. E inoltre, siccome per tutti c’è il rischio che quando si diventa vecchi ci venga l’Alzheimer, uno dei modi di evitare questo spiacevole incidente è di esercitare sempre la memoria.
Quindi ecco la mia dieta. Ogni mattina impara qualche verso, una breve poesia. Se non piace la poesia fallo con le formazioni dei calciatori. Fai gare di memoria, magari sui libri che hai letto (chi era a bordo della Hispaniola alla ricerca dell’isola del tesoro? Lord Trelawney, il capitano Smollet, il dottor Livesey, Long John Silver, Jim…) Vedi se i tuoi amici ricorderanno chi erano i domestici dei tre moschettieri e di D’Artagnan (Grimaud, Bazin, Mousqueton e Planchet)… E se non vorrai leggere “I tre moschettieri” (e non sai che cosa avrai perso) fallo, che so, con una delle storie che hai letto.
Sembra un gioco (ed è un gioco) ma vedrai come la tua testa si popolerà di personaggi, storie, ricordi di ogni tipo. Ti sarai chiesto perché i computer si chiamavano un tempo cervelli elettronici: è perché sono stati concepiti sul modello del nostro cervello, ma il nostro cervello ha più connessioni di un computer, è una specie di computer che ti porti dietro e che cresce e s’irrobustisce con l’esercizio, mentre il computer che hai sul tavolo più lo usi e più perde velocità e dopo qualche anno lo devi cambiare. Invece il tuo cervello può oggi durare sino a novant’anni e a novant’anni (se lo avrai tenuto in esercizio) ricorderà più cose di quelle che ricordi adesso. E gratis.
C’è poi la memoria storica, quella che non riguarda i fatti della tua vita o le cose che hai letto, ma quello che è accaduto prima che tu nascessi.
Noi entriamo nella vita quando molte cose sono già successe, da centinaia di migliaia di anni, ed è importante apprendere quello che è accaduto prima che noi nascessimo; serve per capire meglio perché oggi succedono molte cose nuove.
Ora la scuola (oltre alle tue letture personali) dovrebbe insegnarti a memorizzare quello che è accaduto prima della tua nascita, ma si vede che non lo fa bene, perché varie inchieste ci dicono che i ragazzi di oggi, anche quelli grandi che vanno già all’università, se sono nati per caso nel 1990 non sanno (e forse non vogliono sapere) che cosa era accaduto nel 1980. E poi, scuola a parte, un ragazzo d’oggi non sa chi erano le attrici del cinema di venti anni fa mentre io sapevo chi era Francesca Bertini, che recitava nei film muti venti anni prima della mia nascita. Forse perché sfogliavo vecchie riviste ammassate nello sgabuzzino di casa nostra, ma appunto ti invito a sfogliare anche vecchie riviste perché è un modo di imparare che cosa accadeva prima che tu nascessi.
Ma perché è così importante sapere che cosa è accaduto prima? Perché molte volte quello che è accaduto prima ti spiega perché certe cose accadono oggi e in ogni caso, è un modo di arricchire la nostra memoria.
Bada bene che questo non lo puoi fare solo su libri e riviste, lo si fa benissimo anche su Internet. Che è da usare non solo per chattare con i tuoi amici ma anche per chattare (per così dire) con la storia del mondo. Chi erano gli ittiti? E i camisardi? E come si chiamavano le tre caravelle di Colombo? Quando sono scomparsi i dinosauri? L’arca di Noè poteva avere un timone? Come si chiamava l’antenato del bue? Esistevano più tigri cent’anni fa di oggi? Cos’era l’impero del Mali? E chi invece parlava dell’Impero del Male? Chi è stato il secondo papa della storia? Quando è apparso Topolino? Potrei continuare all’infinito, e sarebbero tutte belle avventure di ricerca. E tutto da ricordare. Verrà il giorno in cui sarai anziano e ti sentirai come se avessi vissuto mille vite, perché sarà come se tu fossi stato presente alla battaglia di Waterloo, avessi assistito all’assassinio di Giulio Cesare e fossi a poca distanza dal luogo in cui Bertoldo il Nero, mescolando sostanze in un mortaio per trovare il modo di fabbricare l’oro, ha scoperto per sbaglio la polvere da sparo, ed è saltato in aria (e ben gli stava). Altri tuoi amici, che non avranno coltivato la loro memoria, avranno vissuto invece una sola vita, la loro, che dovrebbe essere stata assai malinconica e povera di grandi emozioni.

Dunque, coltiva la memoria.
Grazie a Umberto Eco

04/01/2014

Un saggio "controcorrente".

“Il sistema politico italiano, pur con tutte le sue disfunzioni, è una storia di successo: uscita in ginocchio dalla guerra, l’Italia grazie proprio al suo particolare sistema democratico, è riuscita a diventare la quinta potenza economica mondiale. Questo sistema made in Italy assieme alla sua Costituzione ha permesso al Bel Paese di trasformarsi economicamente, socialmente e anche politicamente; ha sviluppato un sistema democratico che può facilmente essere paragonato - e direi che tal volta supera in qualità - a molti degli altri sistemi democratici esistenti, incluso quello degli Stati Uniti. Bisogna ricordare prima di tutto che negli ultimi 60 anni l'Italia è stata troppe volte giudicata negativamente e quindi impossibile da salvare politicamente. Nonostante ciò e malgrado i suoi innumerevoli problemi, l'Italia si trova oggi in una situazione migliore riguardo alle aspettative di vita dei suoi cittadini, alle condizioni dell'assistenza sanitaria, all'incidenza di molte malattie, alla proporzione della popolazione che vive sotto i livelli di povertà, alle aspettative dei genitori riguardo il futuro sociale ed economico dei loro figli, ai risultati nell'istruzione degli studenti nelle varie fasce d'età a confronto, all'assistenza per i disoccupati, alla struttura del debito pubblico nazionale, e persino nell'abilità delle sue pur fratturate istituzioni nazionali di governo di evitare quel tipo di paralisi e pericoli di inadempienza finanziaria che hanno recentemente caratterizzato gli Stati Uniti. Quindi esorterei chiunque a non svendere l'Italia, essendo consapevoli comunque che nel 2014 rimarranno ancora molte sfide da affrontare”.


Joseph LaPalombara
Tratto da “Democracy Italian Style” di Joseph LaPalombara.
Ringrazio LA VOCE di NEW YORK e Filomena Sorrentino. 
 
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