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28/03/2014

Museo Ambiente e Crimine - MACRI

  





 Inaugurato solo pochi giorni fa, il MACRI realizzato nell’area del Bioparco di Roma in collaborazione con il Corpo forestale dello Stato, è unico in Europa. Non esiste infatti nel nostro Continente una struttura analoga, che abbia come tema il crimine ambientale in senso stretto e che si proponga di essere non tanto una mostra statica di reperti, ma piuttosto un punto d’incontro per ricerche, dibattiti e attività di divulgazione ed educazione.Lo scopo del museo, infatti, è principalmente quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sui reati contro gli animali e contro l’ambiente, partendo dagli incendi, passando per l’inquinamento, i rifiuti e il bracconaggio, fino ad arrivare al commercio illegale di specie di flora e di fauna in via di estinzione e al maltrattamento degli animali. Un problema sempre d’attualità nel nostro Paese, visto che solo nei primi sei mesi del 2013 il Corpo forestale dello Stato ha accertato 5.095 reati ambientali e 13.970 illeciti amministratici. E, ricordiamo, che si tratta di attività illecite che sempre più spesso vanno ad arricchire la criminalità organizzata. Il MACRI, nei suoi 400 metri quadrati, accoglie i visitatori con un filmato che illustra il progetto e le sue finalità. Il museo è, poi, suddiviso in diverse aree dove sono ricreati i contesti ambientali dove si perpetrano i crimini e i danni derivati all’ambiente. Si parte con l’area dedicata all’inquinamento ambientale e agli incendi, dove sono ospitati anche degli esemplari di animali vittime di questi reati. Inoltrandosi ulteriormente nella struttura, si giunge alla sezione dedicata alla Convenzione che regolamenta il commercio internazionale di specie di flora e di fauna in via di estinzione (CIVES). Qui, in apposite teche, sono esposti per la prima volta esemplari imbalsamati, parti e prodotti derivati – pelli, pellicce, manufatti di avorio, conchiglie e altro ancora –, confiscati e custoditi dal Servizio CIVES della Forestale. Si tratta di una piccolissima parte degli oltre 71mila reperti conservati dalla Forestale e provenienti da sequestri e operazioni di polizia su territorio nazionale e internazionale degli ultimi vent’anni. In questa area del museo sono illustrate, tramite testi e immagini, i principali fenomeni criminali contro le specie protette e l’attività di contrasto agli stessi del Servizio CIVES. Altre teche ancora sono dedicate al bracconaggio e al maltrattamento degli animali e contengono gli strumenti di cattura più comunemente usati nella caccia illegale. Per tutta la struttura, inoltre sono disseminati pannelli esplicativi che aiutano la visita offrendo dati e curiosità, mentre in una saletta audio-video vengono proiettati filmati che illustrano le varie attività svolte dalla Forestale a difesa degli ecosistemi. Chiude il percorso una zona dedicata ai bambini, che sono in fondo i veri destinatari del progetto, quelli che possono sviluppare una nuova sensibilità dell’essere umano verso gli altri esseri e il mondo che lo circonda.
Beatrice Mauri











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