Le lingue sono in continuo
mutamento, tendendo quasi sempre a semplificarsi. Secondo alcuni linguisti non
si tratta di fattori socioculturali. Il motivo invece risiederebbe nel
funzionamento del cervello umano che sceglie sempre la strada più facile per
far fronte a costruzioni linguistiche complicate. Una delle dinamiche di
evoluzione linguistica più comuni e diffuse è la continua semplificazione della
grammatica. Gli esperti si chiedono da tempo se la semplificazione delle lingue
sia un meccanismo dovuto a specifiche condizioni culturali e sociali di una
particolare regione linguistica o se invece sia legato a proprietà proprie del
cervello umano. La domanda sembra avere trovato finalmente una risposta. Il
segreto dell'evoluzione linguistica starebbe proprio nel funzionamento delle
aree del cervello specializzate nell'elaborazione del linguaggio. Se il
cervello deve sforzarsi troppo per far fronte a costruzioni linguistiche
complicate, di solito tende a semplificarle. Un meccanismo che, nel corso del
tempo, modifica la lingua stessa. Le prove scientifiche relative alla dinamica
di semplificazione della grammatica erano finora piuttosto ambigue ma oggi abbiamo
identificato dei vincoli neurofisiologici nell'elaborazione del linguaggio che
hanno un effetto sistematico sull'evoluzione dell'utilizzo delle lingue. Gli
scienziati, anzitutto, hanno condotto un'analisi statistica su un database di
617 lingue. Successivamente, hanno cercato di capire se la scomparsa di una costruzione
linguistica cioè, in definitiva, la semplificazione della grammatica, fosse
legata a qualche particolare meccanismo cerebrale, sottoponendo 32 volontari
madrelingua a una elettroencefalografia. I risultati dell'esame hanno mostrato
un'attività cerebrale significativamente più intensa durante la comprensione e
l'elaborazione del linguaggio, in particolare quando i volontari incontravano
costrutti grammaticali particolarmente complessi. Alcuni casi sovraccaricano
particolarmente il cervello e questo è il motivo per cui sono ormai quasi
scomparsi da tutte le lingue del mondo, indipendentemente dalle proprietà
strutturali della lingua stessa o da altri fattori socioculturali. In altre
parole, lo studio suggerisce che il fattore principale che guida l'evoluzione
della grammatica sia biologico e non culturale. Queste nuove scoperte gettano
le fondamenta per studi futuri sull'origine e lo sviluppo del linguaggio umano
e per una migliore comprensione dei disturbi ad esso connessi.
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