Esiste un mondo silenzioso e colorato che si annida nelle credenze di chi ama e usa le spezie, un mondo fatto di piccoli contenitori e polveri da custodire, fatto di aromi e sentori, di mani che dosano ed olfatto allenato; un grande universo di tradizioni, storie, cultura, proprietà terapeutiche racchiuso in uno scrigno, uno scrigno a forma di sacco che posato sul bancone di un mercato d’oriente o d’occidente è solo in attesa che qualcuno arrivi e gli permetta di raccontare la sua storia.
Prima di parlare di spezie è
opportuno differenziarle dalle erbe aromatiche: le spezie possono essere e/o
essere ricavate da semi, frutti, radici, cortecce, nocciuoli, o qualsiasi altra
parte della pianta, generalmente sono essiccate, ma, quasi sempre (ci sono delle
eccezioni come il peperoncino che può essere utilizzato anche fresco e appena
colto) sono sottoposte ad un processo (anche minimo) di selezione e
lavorazione.
Al contrario le erbe aromatiche
sono parti verdi o foglie, da usare preferibilmente fresche se ne vuole
conservare sfruttare al massimo l’aroma, che possono essere usate
direttamente e che non necessitano di alcun processo di lavorazione. Inoltre mentre è preferibile usare le erbe aromatiche a fine cottura,
al contrario le spezie devono essere riscaldate ed è proprio con la cottura che
sprigionano il loro aroma, altra differenza se la maggior parte delle erbe
aromatiche non vuole altro “arnese” che le mani di chi le coglie, per le spezie
invece mortaio, coltelli, macine in pietra e affini sono i benvenuti.
La principale area di produzione
delle spezie è l’Asia: Subcontinente indiano ( circa il 70% delle spezie
importate provengono dall’India – Bangladesh e Sri Lanka), Indonesia, Cina (con
una forte produzione di zenzero). L’Asia è seguita poi dal Nord Africa(cumino,
peperoncino, sesamo, vaniglia), dai Caraibi e dal Messico.
Prima di essere immesse sul mercato e tanto più sul
mercato occidentale, le spezie sono soggette ad uno dei maggior numeri di
mediatori possibile: si va dal coltivatore, al produttore,
all’esportatore, al rivenditore . Il coltivatore locale che coltiva una o più varietà, il produttore che si
occupa della lavorazione, il mediatore locale che tiene i contatti con gli
esportatori, l’esportatore, il rivenditore. Nonostante questo il prezzo di
molte spezie è tenuto relativamente basso (fanno eccezione cardamomo, cannella
e vaniglia che essendo difficili da produrre o richiedendo una lunga
lavorazione, la vaniglia, mantengono prezzi alti anche in loco). Per tutte le altre, il prezzo, è contenuto grazie alle politiche di
sfruttamento dei lavoratori che sono pagati poco e male in moneta locale.
Le spezie si dividono in pure, ad esempio la curcuma
e miscele. Le miscele più comuni sono le masala indiane: il curry ed il garam
masala, meno conosciuto, ma di migliore qualità. Il garam masala è la miscela tradizionale ed ogni famiglia ha la su
ricetta personale (miscela base: cardamomo, cardamomo nero, cannella,
coriandolo, pepe nero). Il curry invece è più commerciale, nasce dalle miscele
che i commercianti indiani preparavano per gli inglesi che stavano lasciando
l’India e volevano riportare in patria un po’ dei sapori di quella terra e
benché sia molto conosciuto da noi non è molto usato nella cucina quotidiana e
familiare indiana. Le afrodisiache (peperoncino e zenzero), le confortanti(
vaniglia e cannella), le curative (la curcuma in primis), il fascino delle
spezie è molteplice e ci conquista da secoli.
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