Inaugurato solo pochi giorni
fa, il MACRI realizzato nell’area del Bioparco di Roma in collaborazione con il
Corpo forestale dello Stato, è unico in Europa. Non esiste infatti nel nostro
Continente una struttura analoga, che abbia come tema il crimine ambientale in
senso stretto e che si proponga di essere non tanto una mostra statica di
reperti, ma piuttosto un punto d’incontro per ricerche, dibattiti e attività di
divulgazione ed educazione.Lo scopo del museo, infatti, è principalmente quello
di sensibilizzare l’opinione pubblica sui reati contro gli animali e contro
l’ambiente, partendo dagli incendi, passando per l’inquinamento, i rifiuti e il
bracconaggio, fino ad arrivare al commercio illegale di specie di flora e di
fauna in via di estinzione e al maltrattamento degli animali. Un problema
sempre d’attualità nel nostro Paese, visto che solo nei primi sei mesi del 2013
il Corpo forestale dello Stato ha accertato 5.095 reati ambientali e 13.970
illeciti amministratici. E, ricordiamo, che si tratta di attività illecite che sempre più spesso vanno ad arricchire
la criminalità organizzata. Il MACRI, nei suoi 400 metri
quadrati, accoglie i visitatori con un filmato che illustra il progetto e le
sue finalità. Il museo è, poi, suddiviso in diverse aree dove sono ricreati i
contesti ambientali dove si perpetrano i crimini e i danni derivati
all’ambiente. Si parte con l’area dedicata all’inquinamento ambientale e agli
incendi, dove sono ospitati anche degli esemplari di animali vittime di questi reati.
Inoltrandosi ulteriormente nella struttura, si giunge alla sezione dedicata
alla Convenzione che regolamenta il commercio internazionale di specie di flora
e di fauna in via di estinzione (CIVES). Qui, in apposite teche, sono esposti
per la prima volta esemplari imbalsamati, parti e prodotti derivati – pelli,
pellicce, manufatti di avorio, conchiglie e altro ancora –, confiscati e
custoditi dal Servizio CIVES della Forestale. Si tratta di una piccolissima
parte degli oltre 71mila reperti conservati dalla Forestale e provenienti da
sequestri e operazioni di polizia su territorio nazionale e internazionale
degli ultimi vent’anni. In questa area del museo sono illustrate, tramite testi
e immagini, i principali fenomeni criminali contro le specie protette e
l’attività di contrasto agli stessi del Servizio CIVES. Altre teche ancora sono
dedicate al bracconaggio e al maltrattamento degli animali e contengono gli
strumenti di cattura più comunemente usati nella caccia illegale. Per tutta la
struttura, inoltre sono disseminati pannelli esplicativi che aiutano la visita
offrendo dati e curiosità, mentre in una saletta audio-video vengono proiettati
filmati che illustrano le varie attività svolte dalla Forestale a difesa degli
ecosistemi. Chiude il percorso una zona dedicata ai bambini, che sono in fondo
i veri destinatari del progetto, quelli che possono sviluppare una nuova
sensibilità dell’essere umano verso gli altri esseri e il mondo che lo
circonda.
Beatrice Mauri