La prima piaga: sentirsi immortali
La «malattia del sentirsi immortali, immuni da difetti, trascurando i controlli», che deriva spesso «dalla patologia del potere, dal narcisismo che guarda soltanto la propria immagine non tenendo conto degli altri, soprattutto «dei più deboli». Ma un corpo che non fa «autocritica, non aggiorna e non cerca di migliorarsi, è un corpo infermo». Si suggerisce anche una «ordinaria visita ai cimiteri, dove vedrete i nomi di tante persone che si consideravano immuni e indispensabili».
La seconda piaga: l’eccesso di operosità
La «malattia del martalismo, che viene da Marta, la malattia della eccessiva operosità», di coloro che «si immergono nel lavoro trascurando inevitabilmente tutto ciò che li circonda». Sbagliato rinunciare al riposo «da trascorrere con i familiari», sbagliato non «rispettare le ferie come momenti di ricarica spirituale e fisica».
La terza piaga: l’impietrimento e l’iperpianificazione
La malattia di «coloro che perdono i sentimenti», diventando macchine di pratiche: «Il cuore col tempo si indurisce e diventa incapace di amare incondizionatamente»; è la «malattia della eccessiva pianificazione e funzionalismo, «quando si pianifica tutto minuziosamente e si crede che le cose progrediscono diventando così contabili o commercialisti: preparare tutto e bene è necessario, ma senza voler mai rinchiudere e pilotare la libertà dello spirito che è più generosa di ogni pianificazione».
La quarta piaga: il mal da coordinamento
La malattia «del coordinamento», quando il corpo «smarrisce la sua armoniosa funzionalità» e si trasforma in «un’orchestra che produce chiasso».
La quinta piaga: la dimenticanza, l’Alzheimer spirituale
«Un declino progressivo delle facoltà spirituali che in un più o meno lungo intervallo di tempo causa gravi handicap alla persona facendola diventare incapace di svolgere alcuna attività autonoma, vivendo uno stato di assoluta dipendenza dalle sue vedute spesso immaginarie». Dipendenza «da passioni, capricci e manie», schiavitù «dagli idoli che hanno scolpito con le loro stesse mani».
La sesta piaga: la vanagloria
La «rivalità e la vanagloria», che scatta quando «l’apparenza, i colori delle vesti e le insegne di onorificenza diventano l’obiettivo primario della vita».
La settima piaga: la «schizofrenia esistenziale»
«La malattia di coloro che vivono una doppia vita, frutto dell’ipocrisia tipica del mediocre e progressivo vuoto spirituale che lauree o titoli accademici non possono colmare. Una malattia che colpisce spesso coloro che si limitano alle faccende burocratiche, perdendo il contatto con la realtà, con le persone concrete».
L’ottava piaga: le chiacchiere
Le «chiacchiere e pettegolezzi» sono tra i mali da evitare. Quelle parole che trasformano una persona in «seminatrice di zizzania» e «omicida a sangue freddo della fama dei propri colleghi e confratelli», fino a diventare «terrorismo delle chiacchiere».
La nona piaga: le gerarchie ammalate
«Divinizzare i capi» e adularli, con gli stessi capi che a loro volta «corteggiano alcuni loro collaboratori per ottenere la loro sottomissione, lealtà e dipendenza psicologica».
La decima piaga: l’indifferenza verso gli altri e il pessimismo
La «malattia della faccia funerea», tipica «delle persone burbere e arcigne, che ritengono che per essere seri occorra dipingere il volto di malinconia, di severità e trattare gli altri, soprattutto quelli ritenuti inferiori, con rigidità, durezza e arroganza». «La severità teatrale e il pessimismo sterile sono spesso sintomi di paura e di insicurezza di sé. Bisogna sforzarsi di essere personi cortesi, serene, entusiaste e allegri che trasmettano gioia ovunque si trovino. Un cuore felice che irradi e contagi con la gioia tutti coloro che sono intorno a sé».
L’undicesima piaga: l’accumulo di beni materiali
La «malattia dell’accumulare» beni materiali. Un segno di questa malattia «sono i nostri traslochi».
La dodicesima piaga: i gruppetti che diventano «cancro»
I «circoli chiusi»: l’appartenenza a un gruppetto diventa più forte di quella al corpo al punto da poter trasformarsi in un «cancro» che devasta il corpo.
La tredicesima piaga: il profitto e gli esibizionismi
«La malattia del profitto mondano e degli esibizionismi», evidente «quando trasformiamo il nostro servizio in potere, e il nostro potere in merce per ottenere profitti mondani o ulteriori poteri». Le persone che ne soffrono «cercano insaziabilmente di moltiplicare poteri e per tale scopo sono capaci di calunniare, di diffamare e di screditare gli altri».
Grazie a Papa
Francesco
Buon Natale!
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