Nel linguaggio comune,
imperversano neologismi e termini stranieri che man mano stanno sopravanzando
nella frequenza d’utilizzo i corrispettivi vocaboli italiani. Se alcune parole
come “marketing”, “sport”, “rock”, “browser”, “smog” non trovano un
corrispondente efficace nella nostra lingua, ci sono altri termini di cui potremmo
far benissimo a meno, utilizzando i loro corrispettivi italiani. Qualche
esempio:
ABSTRACT = RIASSUNTOAPPEAL = ATTRAZIONE
AUDIENCE = PUBBLICO
BACKSTAGE = DIETRO LE QUINTE
BIG = GRANDE
BOSS = CAPO
BRAND = MARCA
BREAK = PAUSA
BUSINESS = AFFARI
BUYER = COMPRATORE
CASH = CONTANTI
COACH = ALLENATORE
CONCEPT = IDEA
COMMUNITY = COMUNITA’
COPYRIGHT = DIRITTO D’AUTORE
DEVICE = DISPOSITIVO
DISPLAY = SCHERMO
DRESS CODE = REGOLE D’ABBIGLIAMENTO
FASHION = MODA
FLOP = FIASCO
FITNESS = ALLENAMENTO
FOOD = CIBO
GOSSIP = PETTEGOLEZZO
HOTEL = ALBERGO
JOBS ACT = LEGGE SUL LAVORO
LIGHT = LEGGERO
LOOK = ASPETTO
MAIL = POSTA
MAKE UP = TRUCCO
MASTER = SPECIALIZZAZIONE
MATCH = PARTITA
MEETING = RIUNIONE
MISSION = MISSIONE
NEWS = NOTIZIE
OPEN = APERTO
PARTNER = COMPAGNO
PARTY = FESTA
PREMIER = PRIMO MINISTRO
RELAX = RIPOSO
TREND = TENDENZA
SHOW = SPETTACOLO
SELFIE = AUTOSCATTO
SEXY = SEDUCENTE
SNACK = MERENDA
STAFF = PERSONALE
TEENAGER = ADOLESCENTE
TEAM = SQUADRA
TICKET = BIGLIETTO
WEEKEND = FINE SETTIMANA
WEB = RETE
WORKSHOP = SEMINARIO
Non si tratta di una crociata
contro le lingue straniere, né contro l’impiego dei molti termini inglesi che non
hanno corrispondenti italiani efficaci e accettati ma cosa si cela dietro
l’alibi della necessità di semplificazione? Esterofilia, ignoranza, pigrizia,
superficialità, sicumera, scarso amor proprio, perdita dei valori, mediocrità,
calo culturale? Dobbiamo o possiamo fare qualcosa per frenare questo drenaggio
linguistico?
“It’s your call...”
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