L'infelicità è nociva a chi ci sta intorno quanto il fumo passivo. Una ricerca
condotta nel Regno Unito ha preso in esame alcuni soggetti, li ha osservati per
otto decenni e ha scoperto che circondarsi da persone tristi può condurre a
condizioni di salute peggiori e a una vita più breve. A dispetto di quanto si
possa immaginare, la felicità ha poco a che vedere con le condizioni di vita. Le
condizioni di vita hanno poco a che vedere con la felicità; ciò che determina
la felicità è il controllo della stessa, la quale risulta essere l'effetto
delle abitudini e della visione che tutti noi abbiamo della propria vita. La
genetica e le condizioni di vita hanno un impatto del cinquanta percento sulla
felicità di una persona. Quando una persona è infelice, è molto difficile
starle accanto. L'infelicità allontana, crea un circolo vizioso che fa
desistere dal realizzare e portare al termine tutto ciò che si è capaci di
fare. Una buona parte della felicità è determinata dalle abitudini che
adottiamo nel pensiero e nei fatti. Dopodiché ciascuno di noi è libero di
decidere come vuole vivere.
Per chi avesse deciso di essere infelice, ecco qualche consiglio...
Aspettate che qualcosa si realizzi.
Ripetere a se stessi "sarò felice quando avrò..." è una delle
trappole dell'infelicità nelle quali è più facile cadere. Non importa come
concludereste la frase (una promozione, una paga più alta o una nuova
relazione), il problema è che pone troppa enfasi sulle circostanze in cui vi
trovate e in cui vorreste trovarvi. Bisogna sapere che una situazione migliore
non implica necessariamente una vita più gioiosa.
Perdete molto tempo ed energie a inseguire le "cose".
Le persone che vivono in estrema povertà sperimentano un aumento
significativo della felicità con il miglioramento delle loro condizioni
finanziarie. Tuttavia, tale livello di soddisfazione si ferma quando si è
raggiunto un certo livello economico. Tantissime ricerche dimostrano che i beni
materiali non rendono felici. Quando per abitudine si inseguono gli oggetti, la
materia, i soldi, è molto più probabile sentirsi tristi. Una volta superato il
sentimento di delusione che si avverte dopo aver ottenuto ciò che desideravamo,
si scopre che nel frattempo che ci preoccupavamo di impossessarci degli
oggetti, stavamo trascurando gli elementi reali della nostra vita che ci avrebbero
potuto condurre alla felicità.
Rimanete a casa.
Quando ci si sente tristi, si tende a evitare gli altri. La
socializzazione, anche quando non ne abbiamo voglia, apporta grandi benefici al
nostro umore. Viviamo tutti quei giorni in cui preferiremmo rimanere a letto,
nascosti tra le nostre coperte, rifiutando ogni contatto sociale. Tuttavia,
quando momenti come questi diventano un'abitudine, non facciamo altro che
contribuire ad aumentare la nostra tristezza e infelicità.
Assumete un atteggiamento vittimista.
Le persone infelici tendono a descrivere la vita come severa e fuori dal
loro controllo e non c'è niente che si possa fare a riguardo. Il problema di questa
filosofia è che consolida la sensazione di impotenza e le persone che si
sentono impotenti difficilmente agiscono per migliorare la propria situazione.
Se è vero che abbiamo tutti diritto a sentirci giù di tanto in tanto, è
altrettanto importante imparare a riconoscere quando questo sentimento inizia
impossessarsi della nostra vita. Non siete le uniche persone alle quali
succedono avvenimenti negativi. Voi avete il controllo sul vostro futuro sempre
che siate disposti a fare qualcosa.
Siate pessimisti.
Non c'è niente al mondo che alimenti la tristezza quanto il pessimismo. Il
problema dell'atteggiamento pessimista è che logora l’umore di tutti coloro che
ci circondano. I pensieri pessimisti sono difficili da eliminare, almeno fino a
quando non vi rendete conto di quanto siano illogici. La realtà dei fatti non è
poi così terribile come sembra.
Lamentatevi sempre.
Lamentarsi è tanto preoccupante quanto essere pessimisti. Lamentarsi è un
comportamento auto-rinforzante. Pensando costantemente e poi parlando
costantemente di quanto sia negativa la situazione, non si fa altro che
affermare le convinzioni negative. Se parlare di ciò che vi da fastidio può
farvi sentire meglio per un po', c'è una sottile linea tra il lamento
terapeutico e alimentare l'infelicità. Oltre a rendervi ancora più infelici,
lamentarvi allontana chi vi sta intorno.
Ingigantite i problemi.
Gli eventi negativi accadono a tutti. La differenza è che le persone felici
li considerano per quello che sono, ovvero una sfida passeggera, mentre gli
infelici li interpretano come un'ulteriore prova di come la vita voglia
prendere il sopravvento su di loro.
Nascondete i problemi sotto il tappeto.
Le persone felici assumono la responsabilità delle proprie azioni. Quando
sbagliano, lo ammettono. Gli infelici, d'altro canto, concepiscono i problemi e
gli errori come una minaccia e per questo tentano sempre di nasconderli. Più si
cerca di ignorare i problemi e più appaiono grandi. Più non si fa niente per
risolvere una questione e più ci si sente e ci si convince che non ci sia nulla
da fare a riguardo e per questo si cade nuovamente nel vittimismo.
Non migliorate.
Poiché le persone infelici sono pessimiste e avvertono la sensazione di non
detenere il controllo sulla propria vita, tendono a non fare niente e aspettare
che qualcosa succeda. Anziché porsi degli obiettivi, imparare e migliorarsi,
preferiscono rimanere in una specie di torpore animico perché comunque le cose
non cambiano mai ed è sempre colpa “dell’altro”.
Paragonatevi agli altri.
Siate gelosi e invidiosi. Per questo trascorrete la vostra esistenza a
paragonarvi agli altri che sono coloro che sempre stanno meglio di noi. Questo
tipo di atteggiamento vi renderà ancora più infelici, garantito.
Decidete voi...
"La Costituzione
garantisce il diritto delle persone a perseguire la felicità. Spetta a voi
conquistarla." Benjamin
Franklin.
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