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11/04/2016

Cuore o Cervello? Questo è il dilemma...



Qual è il modo migliore per risolvere un problema: affidarsi all'istinto o al ragionamento? Entrambe le strategie hanno punti di forza, pro e contro, ma secondo un recente studio, arrivare alla soluzione di un problema attraverso l'intuizione che ci salta alla mente senza saper spiegare come o da dove arrivi (Eureka!)  è molto più corretta di quanto non avvenga col ragionamento analitico. Questo almeno nel caso di problemi per cui non esistono strategie di soluzione collaudate, e in assenza di limiti di tempo particolarmente stringenti. Il risultato è frutto di diversi esperimenti, in cui i ricercatori hanno individuato due diversi generi di persone: i pensatori analitici e gli intuitivi. Cioè chi tende a risolvere i problemi attraverso ragionamenti espliciti e deduzioni, e chi si affida all'intuito e all'intuizione. A grande sospresa si è potuto osservare che gli intuitivi tendono a fare meno errori nella soluzione di problemi. Tutta colpa, almeno secondo gli autori dello studio, della tendenza degli analitici a fornire risposte affrettate quando si trovano a corto di tempo. Il ragionamento analitico e cosciente a volte può essere affrettato o inaccurato, e può portare quindi a commettere errori nella soluzione di un problema. L'intuizione invece è inconscia e automatica: non può quindi, per sua stessa natura, essere affrettata. Un ragionamento analitico procede per gradi, e fornisce quindi alcune delle informazioni su cui basare una possibile risposta anche prima di essere stato completato. Per questo motivo può portare all'errore. Quello intuitivo invece è un processo completamente diverso: prima di produrre un risultato non fornisce informazioni di alcun tipo, almeno a livello cosciente. Per questo però anche l'intuizione ha un limite: non può essere affrettata, ma può facilmente produrre risultati fuori tempo massimo. Quando si trovano a corto di tempo i pensatori intuitivi hanno quindi due opzioni: non badare alla tempistica in attesa di un'intuizione, o cercare di effettuare un ragionamento affrettato, che spesso si rivela scorretto. Le scadenze creano una sottile sensazione di ansia e l'ansia può trasformare il ragionamento istintivo in analitico. Per questo i limiti di tempo sono certamente utili se si vogliono tenere concentrate le persone, ma se si è alla ricerca di idee creative, è meglio avere scadenze più flessibili. Una scadenza improrogabile tende magari a portare risultati soddisfacenti ma senz’altro meno creativi. Avete deciso?

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