Il
contesto sociale ci ha abituati a modelli di perfezione irrealistici con famiglie
sorridenti e impeccabili.
Quando si pensa al ruolo del padre spesso lo si vede come un aiuto (a volte
solo finanziario) che per quanto prezioso, rimane secondario rispetto alla
madre; una figura di supporto piuttosto che un alleato alla pari.
Per fortuna le cose stanno cambiando (in alcuni paesi molto ma molto
lentamente) e un padre lo si vede anche come chi cambia il pannolino, coccola i
figli, fa da mangiare, ci gioca, pulisce, fa la spesa e molto importante, un fondamentale
punto di riferimento per la formazione dei figli.
Normalmente quando pensiamo a una famiglia immaginiamo la mamma che si
occupa della maggioranza delle faccende domestiche e il papà che la aiuta,
dandole una mano. Difficile immaginare la situazione opposta dove lui è il
“domestico” e lei la “fuori casa”.
Se il papà lavora tanto da non “avere tempo”
per accudire i propri figli, non viene criticato e non viene considerato un
cattivo genitore. Se la mamma invece lavora fuori casa per cui è costretta a “trascurare”
i suoi figli, cambia tutto: è una madre fredda, arrivista, distaccata...
Conseguenza: quasi tutte le mamme che dedicano molto tempo alla propria professione
si scontrano con enormi sensi di colpa (e sguardi giustizieri).
Il contesto sociale ci ha abituati a modelli di perfezione irrealistici con
famiglie sorridenti e impeccabili.
Oggi la donna deve essere sia madre modello che lavoratrice ambiziosa. E
così anziché migliorare, la situazione paradossalmente è peggiorata.
La libertà
(meritatissima) conquistata dalla donna-mamma che fino a qualche anno fa era
impensabile, continua a scontrarsi contro il modello della madre impeccabile in
netta contraddizione e quello della “business woman”.
I papà nel frattempo cercano di adattarsi alla nuova situazione “dando una
mano”. Ma è proprio l’espressione “dare una mano” a svelare l’atavico
pregiudizio. Perché il padre continua a essere inconsciamente percepito dalla
madre (e dalla società) come un aiuto, un supporto, che alleggerisce il carico
di lavoro anziché come una persona alla pari.
La divisione delle responsabilità domestiche e familiari non dovrebbe
basarsi su stereotipi (lei a casa, lui al lavoro), ma sulla realtà dei fatti,
sulle caratteristiche e le necessità di ciascun componente famigliare, a dispetto
dei vecchi ruoli. Questo non significa che una donna debba necessariamente lavorare
e l’uomo debba rimanere in casa ma essi dovrebbero essere liberi di scegliere
ciò che desiderano, compatibilmente con la scelta di avere una famiglia e
assumersi le responsabilità che questo comporta.
I nostri figli meritano genitori stanchi, con poco tempo ma soddisfatti con
la loro vita o genitori con tanto tempo a disposizione ma tristi e frustrati?
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