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15/10/2018

Mo’, mo’, mo’…! *




Nel mio manuale “Conversare Senza Conversare”, mi riferisco alla meravigliosa capacità che abbiamo gli esseri umani di poter parlare. Il saper parlare è un dono che acquisiamo sin dalla nascita, in maniera spontanea, senza che nessuno ci insegni a farlo. Il saper conversare invece è una abilità non innata, che va sviluppata. Il saper parlare non ci garantisce il saper conversare. (E lo si può capire quotidianamente, purtroppo).
Lo stesso accade con la capacità di attendere, di aspettare, la famosa e ancora troppo scarsa pazienza.
Tutto e subito! Consumismo = Fretta. Sin da piccoli siamo formati (o deformati) per desiderare sempre di più (“Voglio di più! Non mi basta mai…” – Jovanotti), qualcosa di nuovo, qualcosa che non abbiamo ancora, scatenando competizione e sentimenti di frustrazione e di invidia verso tutti coloro che ci circondano, anziché generare emozioni socialmente positive e costruttive.

Sin da bambini ci si chiede di attendere, però quest’attesa non ci viene spiegata, non ci viene educata. Il saper aspettare si impara, non è innato.

E’ nell’attesa della realizzazione del nostro obiettivo che impariamo a gestire la frustrazione alimentando l’autocontrollo e il rispetto per l’altro, importanti virtù nella costruzione dell’uomo. Insegnare questo al bambino aiuta a costruire un adulto consapevole. Il bambino saprà che per essere felice non ha bisogno di ricevere ogni giorno un giocattolo nuovo e averne una camera piena, ma di poche cose purché uniche e preziose.

Ogni abilità che sviluppiamo nella nostra vita non avviene se non attraverso l’esperienza diretta e ripetuta. La comprensione dell’atteggiamento corretto da tenere, permette al bambino di innalzare la sua autostima. Essere in grado, da solo, dopo tentativi ed errori, di formulare la giusta ipotesi e verificare che sia esatta. Un tassello importante nella formazione del sé come essere capace.

Ad esempio, rispettare i turni durante una conversazione è un ottimo esercizio di attesa e pazienza. Dapprima sarà difficile, ma se riusciamo a stabilire dei momenti, il bambino stesso ne uscirà soddisfatto e ricco di autostima perché nel momento in cui arriverà il suo turno gli concederemo tutta l’attenzione che merita, esattamente come faremmo con un adulto.

“Il concetto di rispettare ed aspettare entra nella vita di ogni individuo come un’esperienza che matura col passare del tempo.”  Maria Montessori

*Avverbio napoletano = adesso, ora

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