Papa Francesco, un pontefice tutt'altro che convenzionale. Una guida spirituale salda ma
sempre pronto a confrontarsi con la vita quotidiana di ognuno di noi, con
parole autentiche e metafore veraci. E così parlando di convivialità, eccolo
chiamare in causa le abitudini alimentari degli italiani e non solo, a
cominciare dalla mensa domestica. “La
condivisione del pasto è un'esperienza fondamentale”, sostiene Papa
Francesco senza indugi. E allora bando agli smartphone, alla tv e a qualunque
distrazione possa distogliere l'attenzione dei commensali, tanto più che “la pubblicità ha ridotto la
convivialità a un languore di merendine e a una voglia di dolcetti”.
Condividere un pasto va ben oltre il desiderio di cibo, favorendo il dialogo,
lo scambio di affetti, racconti, eventi. Egli con la parola “tavola” ribadisce
il ruolo sociale del cibo: “Se
in famiglia c’è qualcosa che non va, o qualche ferita nascosta, a tavola si
capisce subito. Una famiglia che non mangia quasi mai insieme, o in cui a
tavola non si parla ma si guarda la televisione, o lo smartphone, è una
famiglia “poco famiglia”. Quando i figli a tavola sono attaccati al computer,
al telefonino, e non si ascoltano fra loro, questo non è famiglia, è un
pensionato”. “A
tavola si parla, a tavola si ascolta. Niente silenzio, quel silenzio che non è
il silenzio delle monache, ma è il silenzio dell’egoismo, dove ognuno fa da sé,
o la televisione o il computer… e non si parla. No, niente silenzio. Occorre
recuperare quella convivialità familiare pur adattandola ai tempi”.
Grazie a Papa Francesco
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