Quante volte abbiamo
ascoltato tale affermazione!
La prima domanda da farci è
su quale base scientifica possiamo stabilire quanto vecchi siamo? Abbiamo dei
parametri che ci aiutano per arrivare a tale affermazione oppure si tratta di
una delle tante scuse (non ho tempo, i nipotini, la cucina, fa freddo, fa
caldo, ecc.)? Gli studi hanno dimostrato che anche gli anziani sono in grado di
imparare una nuova lingua. Così come i giovani e talvolta anche più
velocemente. Si hanno molti vantaggi per imparare una lingua dopo aver
acquisito una certa maturità. Motivazione, gesti, fonetica. Da alcuni anni ci
siamo resi conto che il cervello umano si è evolve continuamente perché esso
non smette di imparare. Questo è quello che viene chiamato neuroplasticità o
plasticità neuronale: termine scientifico che descrive tutti i meccanismi con
cui il nostro cervello cambia e in particolare durante i periodi di tirocinio o
nell’affrontare nuove esperienze di ogni tipo (positive o negative). Il nostro
cervello non si ferma, si evolve ed insieme ad esso noi evolviamo, impariamo. L’articolo
che io scrissi sui tassisti londinesi ne è una dimostrazione. Il nostro
cervello ha dimostrato ormai che non si è mai troppo vecchi per imparare. Non
c'è un'età per imparare una lingua (come molte altre cose). Gli anziani hanno
prestazioni cognitive che facilitano loro l’apprendimento di una nuova lingua.
Essi possono contare sulle loro esperienze di apprendimento passate per
assimilare nuove conoscenze e così assimilare facilmente una nuova lingua. Una indagine
ha anche dimostrato che gli anziani sono più sensibili verso la comprensione grammaticale
e semantica. Una sensibilità che li permetterebbe di collegare più attenzione,
capire e imparare più velocemente. Senza aggiungere gli ormai noti vantaggi
psicofisici riguardo le malattie neurocognitive, gli stati d’animo, il sentirsi
ancora validi, rimanere in contatto con la società e le sue realtà, ecc., ecc.
Allora, poltrona o nuova
lingua?
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