Tutti temiamo
l’invecchiamento e con esso la paura di perdere la propria acutezza mentale.
Infatti si tende a credere che le prestazioni mentali peggiorino con l’età.
Esso è vero ma non inevitabile.
La Neuroscienza ha
coniato un nome: “Superagers”. Sono
persone tra i sessanta e gli ottant’anni il cui cervello è simile a quello di un venticinquenne.
Secondo alcuni
neuro scienziati, ci sono alcuni indizi di come le persone potrebbero aumentare
le proprie possibilità di diventare “Superagers”.
Il segreto: impegnarsi a fondo in qualcosa di specifico.
I giochi per la
mente come il Sudoku o le parole crociate, non sono sufficienti per restare
attivi. Bisogna trovare qualcosa di davvero complicato su cui lavorare,
qualcosa che metta sul serio alla prova il cervello, fino ad arrivare a provare
anche fastidio, stanchezza.
Le recenti ricerche
dimostrano che i cervelli dei Superagers
sono diversi da quelli dei normali anziani: il sistema limbico, la corteccia
cingolata e il lobo dell’insula anteriore che in normali anziani si
assottigliano, nei Superagers
rimangono spesse, proprio come nei giovani.
La chiave sembra
stia nello svolgere attività vigorose fisiche (nuotare) e mentali (parlare una
nuova lingua o suonare uno strumento). L’importante è
farlo con tenacia, passione e costanza.
Potrebbe essere difficile ed estenuante
ma sicuramente ne vale la pena.
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