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20/08/2018

Cosa pensare o come pensare?



L’autodeterminazione è la garanzia del fatto che saremo noi i responsabili assoluti della nostra vita.

Sicuramente sbaglieremo tante ma tante volte però l’importante sarà “imparare ad imparare” dai nostri errori e continuare avanti, arricchendo il nostro bagaglio di sapienza e saggezza.

Dovere affrontare problemi o errori è sicuramente un compito molto difficile in quanto comporta un processo di cambiamento e di adattamento che implica una riorganizzazione delle nostre mappe mentali.
Prepararsi a fronteggiare questi momenti è un compito che riguarda l’educazione (casa-scuola) sin dai primi anni di vita. Invece di fornire delle verità assolute ai bambini, sottoponiamo loro a delle sfide, in modo da farli pensare con la propria testa. Così potenzieremmo la loro capacità di osservazione, di riflessione e di prendere decisioni in autonomia.
Quando il nostro cervello (a qualsiasi età) pensa a come poter risolvere un problema, o quando cerca di capire dove ha sbagliato, innesca un processo di modifica di certe connessioni e di creazione di altre nuove (Neurogenesi). Allo stesso modo, quando i bambini si abituano a pensare, a mettere in discussione la realtà ed a trovare delle soluzioni per se stessi, cominciano ad avere fiducia nelle proprie capacità ed affrontare la vita con più sicurezza e meno timori.
I bambini devono avere la possibilità di trovare il proprio modo di fare le cose, di formarsi una personale interpretazione del mondo e di formare i propri valori.

La Teoria dell’Autodeterminazione (Deci & Ryan) afferma che per motivare i bambini a dare il meglio di sé non è necessario ricorrere a ricompense (motivazioni estrinseche), bensì è sufficiente offrire loro un ambiente adeguato che soddisfi tre requisiti (motivazioni intrinseche):

1.       Fiducia, perché possano sentire di avere già una certa abilità onde evitare frustrazione o ansia e rafforzare l’autostima.
2.       Autonomia, perché possano sentire libertà e indipendenza nella presa di decisioni, per far sentire loro che hanno un certo controllo sulle loro vite.
3.       Disponibilità, perché possano interagire con gli altri e così sentirsi supportati e facenti parte di un gruppo sociale.

Dobbiamo consentire al bambino di credere in se stesso e di diventare una persona autentica, unica e intellettualmente indipendente.

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