L’autodeterminazione
è la garanzia del fatto che saremo noi i responsabili assoluti della nostra
vita.
Sicuramente
sbaglieremo tante ma tante volte però l’importante sarà “imparare ad imparare” dai nostri errori e continuare avanti, arricchendo
il nostro bagaglio di sapienza e saggezza.
Dovere affrontare problemi
o errori è sicuramente un compito molto difficile in quanto comporta un
processo di cambiamento e di adattamento che implica una riorganizzazione delle
nostre mappe mentali.
Prepararsi a
fronteggiare questi momenti è un compito che riguarda l’educazione
(casa-scuola) sin dai primi anni di vita. Invece di fornire delle verità
assolute ai bambini, sottoponiamo loro a delle sfide, in modo da farli pensare
con la propria testa. Così potenzieremmo la loro capacità di osservazione, di
riflessione e di prendere decisioni in autonomia.
Quando il nostro
cervello (a qualsiasi età) pensa a come poter risolvere un problema, o quando
cerca di capire dove ha sbagliato, innesca un processo di modifica di certe
connessioni e di creazione di altre nuove (Neurogenesi). Allo stesso modo, quando
i bambini si abituano a pensare, a mettere in discussione la realtà ed a
trovare delle soluzioni per se stessi, cominciano ad avere fiducia nelle
proprie capacità ed affrontare la vita con più sicurezza e meno timori.
I bambini devono
avere la possibilità di trovare il proprio modo di fare le cose, di formarsi
una personale interpretazione del mondo e di formare i propri valori.
La Teoria
dell’Autodeterminazione (Deci & Ryan) afferma che per motivare i
bambini a dare il meglio di sé non è necessario ricorrere a ricompense (motivazioni estrinseche), bensì è
sufficiente offrire loro un ambiente adeguato che soddisfi tre requisiti (motivazioni intrinseche):
1. Fiducia, perché possano sentire di avere già una certa abilità onde evitare
frustrazione o ansia e rafforzare l’autostima.
2. Autonomia, perché possano sentire libertà e indipendenza nella presa di
decisioni, per far sentire loro che hanno un certo controllo sulle loro vite.
3. Disponibilità, perché possano interagire con gli altri e così sentirsi supportati e facenti
parte di un gruppo sociale.
Dobbiamo consentire al bambino di credere in se stesso
e di diventare una persona autentica, unica e intellettualmente indipendente.
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