Search

12/04/2016

Emociones y recuerdos: sintoniza el canal del olfato…

Durante nuestra primera infancia, el olor y el gusto son nos nuestras herramientas más importantes para entender el mundo. Pasados los 5 años, dejamos ya de tener la necesidad de llevarnos las cosas a la boca, y nuestra nariz deja de ser también tan receptiva. En el caso específico del olfato, podríamos afirmar que es el canal más poderoso que conecta con nuestro cerebro y que a su vez, es capaz de activar emociones y recuerdos muy concretos. Cuando las moléculas de un olor o un aroma se unen a los epitelios de nuestra nariz, se envía una señal directa al bulbo olfatorio, una pequeña y sofisticada estructura situada un poco más arriba de nuestros ojos. A partir de aquí, se inicia un viaje fascinante que va a llevar la señal a dos canales muy concretos: En primer lugar hasta la corteza olfativa primaria para que pueda identificar y clasificar ese olor. Más tarde, esa señal olfativa irá hacia la amígdala, un área relacionada las emociones, llegando a continuación al hipocampo, responsable también de nuestra memoria. Según un estudio llevado a cabo en los años 90, los bebés ya son receptivos al olor antes del nacimiento. A través de una amniocentesis se descubrió que la dieta de la madre se percibe también “en olores” a través del líquido amniótico, y que por lo tanto, el feto inicia su aprendizaje también en este aspecto de forma muy temprana. Nuestro olfato va a ir siempre de la mano de las emociones. Un olor agradable nos ofrecerá bienestar y evocará recuerdos positivos. Hoy en día se hace mucho énfasis en el ejercitar la memoria mas no deberíamos dejar de lado ejercitar nuestro olfato. Pasear después de un día de lluvia, oler las fragancias de la cocina o el perfume de la ropa recién lavada, serían ejercicios cotidianos que ofrecerían bienestar anímico inmediato, permitiéndonos evocar instantes significativos de nuestro pasado.

11/04/2016

Cuore o Cervello? Questo è il dilemma...



Qual è il modo migliore per risolvere un problema: affidarsi all'istinto o al ragionamento? Entrambe le strategie hanno punti di forza, pro e contro, ma secondo un recente studio, arrivare alla soluzione di un problema attraverso l'intuizione che ci salta alla mente senza saper spiegare come o da dove arrivi (Eureka!)  è molto più corretta di quanto non avvenga col ragionamento analitico. Questo almeno nel caso di problemi per cui non esistono strategie di soluzione collaudate, e in assenza di limiti di tempo particolarmente stringenti. Il risultato è frutto di diversi esperimenti, in cui i ricercatori hanno individuato due diversi generi di persone: i pensatori analitici e gli intuitivi. Cioè chi tende a risolvere i problemi attraverso ragionamenti espliciti e deduzioni, e chi si affida all'intuito e all'intuizione. A grande sospresa si è potuto osservare che gli intuitivi tendono a fare meno errori nella soluzione di problemi. Tutta colpa, almeno secondo gli autori dello studio, della tendenza degli analitici a fornire risposte affrettate quando si trovano a corto di tempo. Il ragionamento analitico e cosciente a volte può essere affrettato o inaccurato, e può portare quindi a commettere errori nella soluzione di un problema. L'intuizione invece è inconscia e automatica: non può quindi, per sua stessa natura, essere affrettata. Un ragionamento analitico procede per gradi, e fornisce quindi alcune delle informazioni su cui basare una possibile risposta anche prima di essere stato completato. Per questo motivo può portare all'errore. Quello intuitivo invece è un processo completamente diverso: prima di produrre un risultato non fornisce informazioni di alcun tipo, almeno a livello cosciente. Per questo però anche l'intuizione ha un limite: non può essere affrettata, ma può facilmente produrre risultati fuori tempo massimo. Quando si trovano a corto di tempo i pensatori intuitivi hanno quindi due opzioni: non badare alla tempistica in attesa di un'intuizione, o cercare di effettuare un ragionamento affrettato, che spesso si rivela scorretto. Le scadenze creano una sottile sensazione di ansia e l'ansia può trasformare il ragionamento istintivo in analitico. Per questo i limiti di tempo sono certamente utili se si vogliono tenere concentrate le persone, ma se si è alla ricerca di idee creative, è meglio avere scadenze più flessibili. Una scadenza improrogabile tende magari a portare risultati soddisfacenti ma senz’altro meno creativi. Avete deciso?

08/04/2016

O seu tempo passa rápido ou devagar?

Quando estamos entretidos, o tempo passa rápido. Se estamos entediados, ele fica devagar. Por que isso ocorre? Parte do problema está no sistema límbico, área do cérebro responsável pelas emoções. Quando alcançamos um desejo, ele libera dopamina, neurotransmissor que causa sensação de bem-estar. E são os níveis de dopamina no organismo que influenciam nossa percepção de tempo. Geralmente, quando ela está elevada, o tempo passa mais rápido. Um cérebro entediado tenta se entreter prestando atenção em tudo. Quanto maior a ansiedade, maior a sensação de que o tempo não passa. Quando algo é muito esperado, ocorre a chamada ansiedade ativa. O organismo entra em estado de alerta, com liberação de adrenalina e cortisol, a pressão sanguínea e o nível de açúcar no sangue aumentam, assim como a dopamina, fazendo o tempo voar. Outro fator envolvido é a memória. Por exemplo em uma viagem, a ida é mais longa do que a volta.  Quando o caminho já é conhecido, o cérebro não presta tanta atenção. Na ida, tudo é novidade, e a expectativa pela chegada é grande. No caminho de volta é o oposto: paisagem e tudo mais são conhecidos e o tempo vai rápido.
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...