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09/05/2016

Imparare una nuova lingua? Ormai alla mia età...



Quante volte abbiamo ascoltato tale affermazione!
La prima domanda da farci è su quale base scientifica possiamo stabilire quanto vecchi siamo? Abbiamo dei parametri che ci aiutano per arrivare a tale affermazione oppure si tratta di una delle tante scuse (non ho tempo, i nipotini, la cucina, fa freddo, fa caldo, ecc.)? Gli studi hanno dimostrato che anche gli anziani sono in grado di imparare una nuova lingua. Così come i giovani e talvolta anche più velocemente. Si hanno molti vantaggi per imparare una lingua dopo aver acquisito una certa maturità. Motivazione, gesti, fonetica. Da alcuni anni ci siamo resi conto che il cervello umano si è evolve continuamente perché esso non smette di imparare. Questo è quello che viene chiamato neuroplasticità o plasticità neuronale: termine scientifico che descrive tutti i meccanismi con cui il nostro cervello cambia e in particolare durante i periodi di tirocinio o nell’affrontare nuove esperienze di ogni tipo (positive o negative). Il nostro cervello non si ferma, si evolve ed insieme ad esso noi evolviamo, impariamo. L’articolo che io scrissi sui tassisti londinesi ne è una dimostrazione. Il nostro cervello ha dimostrato ormai che non si è mai troppo vecchi per imparare. Non c'è un'età per imparare una lingua (come molte altre cose). Gli anziani hanno prestazioni cognitive che facilitano loro l’apprendimento di una nuova lingua. Essi possono contare sulle loro esperienze di apprendimento passate per assimilare nuove conoscenze e così assimilare facilmente una nuova lingua. Una indagine ha anche dimostrato che gli anziani sono più sensibili verso la comprensione grammaticale e semantica. Una sensibilità che li permetterebbe di collegare più attenzione, capire e imparare più velocemente. Senza aggiungere gli ormai noti vantaggi psicofisici riguardo le malattie neurocognitive, gli stati d’animo, il sentirsi ancora validi, rimanere in contatto con la società e le sue realtà, ecc., ecc.
Allora, poltrona o nuova lingua?






06/05/2016

Aprendizagem e erros: um dueto necessário...


Os educadores deveriam ensinar os alunos a falhar para ensinar como lidar com desafios e dificuldades. Alunos precisam passar por experiências de falha na escola, para que aprendam a se reerguer em situações mais delicadas na vida. Não é só ter a experiência de falhar, mas de poder fazê-lo em um ambiente seguro, para que a experiência possa ensinar algo. Ser sempre popular, só tirar notas boas e nunca sofrer na escola não ajuda ninguém a crescer de verdade. Sem ter de lidar com derrotas, eles não desenvolvem a habilidade para enfrentar dificuldades, nada significante para combater. Em 2014, um estudo americano concluiu que determinação e força de vontade, em momentos de dificuldade, ajudam a encarar desafios. Outro experimento de Singapura, dividiu 75 adolescentes: o primeiro grupo teve aulas normais, com a fala de um professor e terminava com exercícios; já o segundo precisou resolver, em grupos pequenos e sem muita ajuda do professor, problemas bem mais complexos. O segundo grupo, depois de muitos erros, recebia orientação de um professor e, surpresa, tiveram resultados muito melhores do que a outra turma. O estudo concluiu que, ao falhar, os alunos ativam uma parte do cérebro que possibilita um aprendizado mais profundo. É que eles precisam organizar e analisar mentalmente três coisas: o que já sabem, as limitações daquele conhecimento e, principalmente, o que não sabem. Ou seja: errar, além de ser humano, é muito mais eficaz no processo de aprendizagem.
Na vida é o mesmo, não?

02/05/2016

Neurogenesi – Cervello in forma – Sesso…

La neurogenesi è il processo di formazione di nuove cellule nervose. Fino adesso eravamo certi che il cervello adulto perdesse la capacità di sviluppare nuove cellule nervose cioè neuroni. Attraverso studi recenti si è osservato che l’ippocampo in determinate condizioni, continua a produrre nuove cellule nervose (circa 700 al giorno). L'ippocampo è una parte del cervello, situato nel lobo temporale e inserito nel sistema limbico. Svolge un ruolo importante nella memoria a lungo termine, nella navigazione spaziale e nell’umore. Quando si blocca la formazione di nuovi neuroni dell’ippocampo, diminuisce la nostra capacità di memoria a lungo termine, la memoria spaziale, i movimenti e la ricognizione geografica e il nostro stato d’animo tende a peggiorare. La depressione ad esempio sembra sia intimamente legata ad esso. Lo studio ha anche stabilito quali sono i fattori che contribuiscono alla continua formazione di nuove cellule nervose e quali al contrario sono degli acerrimi nemici.

Fattori positivi
·         L’apprendimento. Qualunque attività di apprendimento facilita la formazione di nuove cellule nervose.
·         Attività sessuale.
·         Correre.
·         Ridurre la quantità di cibo giornaliero.
·         Aumentare il tempo trascorso tra i pasti.
·         I flavonoidi (cioccolato – mirtilli).
·         Omega 3 (salmone – pesce azzurro).
·         Resveratrolo (Vino).
·         Alimenti che richiedono maggiore masticazione.

Fattori negativi
·         Stress.
·         Dormire poco o male.
·         Età.
·         Grassi saturi.
·         Etanolo (superalcolici).
·         Fumo.
·         Alimenti liquidi.
·         Sedentarietà.

Nota: alcuni fattori positivi dovrebbero essere “consumati” in maniera moderata, altrimenti si potrebbe avere l’effetto contrario…



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